venerdì 1 maggio 2020

Se il Primo Maggio ha valore di ricostruzione


Oggi è un Primo Maggio particolare. In questo anniversario si celebra e onora il Lavoro, quello con la “L” maiuscola.

Il Lavoro  che fa sentire l’essere umano realizzato, fiero, partecipe della Comunità in cui vive. 

Quello che crea empowerment, libertà e responsabilità.

 Il Lavoro per cui abbiamo studiato anni.

Il Lavoro che abbiamo scelto, che abbiamo costruito con sacrifici, che abbiamo cercato e cercato.

Il lavoro che non arrivava mai e che non ci ha fatto dormire intere notti.

Il Lavoro che abbiamo conquistato e che, ora, ce lo teniamo stretto, con le unghie e con i denti.

Il Lavoro ai tempi di una Conciliazione sempre più complicata.

Il Lavoro da organizzare e programmare; il Lavoro dei salti mortali, per cui i funamboli rispetto a noi, in fin dei conti, sono dei dilettanti

Lo Smart Working, che di Smart ha davvero poco.

Il Lavoro che abbiamo perso e ritrovato. Ma anche il Lavoro che ancora non c’è.

Il Lavoro che ci fa paura. Che, nonostante il rischio, lo portiamo avanti con abnegazione e passione.

Il Lavoro che abbiamo dovuto scegliere, perché altro non c’era, perché l’affitto, le bollette, le rette scolastiche, i vestiti dei figli, perché l’apparecchio per i denti, quelle scarpe ormai troppo strette e consunte non potevano attendere.

Il Lavoro, allora, che abbiamo dovuto imparare ad accettare, a farcelo sentire comodo come un vestito stretto, nonostante la delusione e la rabbia.

Il Lavoro che ci fa dire, a denti stretti, “almeno sono fortunato. C’è ancora chi il lavoro non ce l’ha”.

Il Lavoro voluto e scelto e il Lavoro che, al contrario, ha scelto noi.

Tutti questi Lavori che, oggi, rischiano di non ripartire, di arenarsi. 

Lavori che, volenti e nolenti, dobbiamo ricostruire, dalle “macerie” che il Covid sta lasciando dietro di sé.

Ecco, allora, l’augurio che faccio a tutti noi: che il Primo Maggio diventi anniversario di ricostruzione di un Lavoro che rischia di perdere il suo valore più vero, ossia la nostra dignità-

© Francesca Carubbi

Nessun commento:

Posta un commento