domenica 1 novembre 2020

L'importanza dei riti

 Con il tempo, ho appreso l'importanza dei riti. Di quelli portati avanti con il cuore e l'anima. É un qualcosa che ho imparato durante il lockdown: dedicare tempo alla cura di me, alla cura degli spazi, concentrandomi nel “qui e ora” del presente.

Ad esempio, assaporare con calma l'aroma del caffè in silenzio, gustare il sapore dolce di un biscotto al cioccolato, ascoltare, emozionandomi, le mie melodie preferite, passeggiare immersa nella natura, massaggiare e frizionare il corpo con la mia lozione preferita, leggere e scrivere, sono tutti riti che, per quanto possano sembrare banali o scontati, sono divenuti istanti preziosi che mi fanno sentire presente a me stessa, concentrata e, soprattutto, Centrata.

I riti possono essere di tanti tipi, a seconda delle persone che li mettono in pratica. L'importante è che siano momenti gratificanti. 

Non esiste, infatti, un rito migliore di un altro, ma è la nostra Saggezza interiore che decide cosa le piace o cosa, al contrario, no (Rogers, 1951).

In questo senso, allora, scegliere un rito piuttosto che un altro, significa tendere l'orecchio al proprio mondo interiore, ascoltando con empatia, autenticità e accettazione (Rogers, 1957) ciò che suggerisce, come bontà e soddisfazione, il nostro Organismo.

Da qui, scegliere un determinato rituale vuol dire facilitare la propria Tendenza Attualizzante (Rogers, 1951; 1980), ossia nutrire la propria sete di vitalità e proattività. Vuol dire entrare di diritto all'interno di quell'avventura meravigliosa che si chiama Vita Piena (Rogers, 1961). Dedicarsi con costanza, pazienza e perseveranza alla realizzazione e compimento dei propri riti, permette di entrare sempre più in contatto con il proprio vero sé (Rogers, 1951), con le propri bisogni e desideri spesso silenti, con quella parte di noi che spesso dimentichiamo per strada, così presi da tran tran quotidiano, spesso alienante e caotico.